LE SOLEIL


Prima che Apollo nascesse, Delo era una piccola isola rocciosa, che vagava per i mari, come un'erba abbandonata alla corrente. Quando Leto vi giunse, sorgendo all'improvviso dalle radici della terra quattro colonne d'oro la poggiarono sulle cavità del Mar Egeo. Girando sette volte attorno a Delo, i cigni -"i più armoniosi fra gli uccelli"- cantarono sette volte per la partoriente: finché, dopo nove giorni e nove notti di dolore, Leto cinse con le braccia una palma, puntando le ginocchia sul prato. Sotto di lei la terra sorrise. Nello splendore del giorno, Apollo balzò alla luce. In quel momento la piccola isola si coprì d'oro. La terra diventò d'oro, il piccolo lago rotondo contemplò le sue mobili onde d'oro, la palma gettò fronde e datteri d'oro, le acque trasparenti del fiume Inopo brillarono d'oro. Il giovane dio si alzò. Si muoveva agilmente, a grandi passi, "sulla terra dalle ampie strade", suonando la cetra, come un astro in pieno giorno: lampi gli balenavano dai calzari e dalla tunica, faville gli scintillavano dal corpo, e il fulgore giungeva fino al cielo. La Grecia aveva trovato il dio della luce, che avrebbe cancellato con un gesto i mostri sotterranei e le tenebre della "feconda notte".
Questa strana luce: luce che nel suo splendore eccessivo, varcando dolorosamente ogni diapason luminoso e sonoro, contiene in sé tutta la profondità della tenebra. 

 da "La luce della notte" di Pietro Citati